D ella presenza già nel medioevo di una ricca fiera marzolina a Manduria si fa menzione in numerosi scritti di epoca moderna e contemporanea, anche se non sono mai stati rinvenuti documenti coevi. Si dice che la manifestazione fosse stata istituita dalla regina Giovanna II D’Angiò con un regio decreto, in cui si concedeva che il borgo di Casalnuovo (così si chiamava allora Manduria) tenesse una fiera dal 1° al 15 marzo di ogni anno, a motivo della fedeltà dimostrata dalla popolazione del posto alla corona.
Se questo racconto fosse storicamente comprovato, ci sarebbe motivo di credere che la fiera ebbe origine tra il 1419 e il 1435, periodo in cui Giovanna II fu sovrana incontrastata del Regno di Napoli.

Le edizioni della fiera manduriana si contano però dal 1742, anno in cui, con un regio decreto storicamente documentato, Carlo III di Borbone ne accorciò di tre giorni la durata, per non sottrarre attrattività alle vicine fiere di Lecce e Ostuni, che si tenevano il 15 marzo. La data di chiusura, il 12 marzo, coincide inoltre con la festa patronale di San Gregorio Magno.
Il re di Napoli, considerato dalla storia un sovrano innovatore, in quegli anni metteva mano anche al cosiddetto Catasto Onciario, cambiava il giorno della fiera di Altamura, istituiva la fiera commerciale di Mineo (vicino Catania) e le fiere salentine di Santa Maria Maddalena a Castiglione d’Otranto (cerealicola) e Tuglie (del bestiame).

La denominazione di Pessima per la fiera manduriana cominciò poi ad attestarsi agli inizi del XIX secolo, quando la manifestazione era esclusivamente dedicata all’agricoltura, all’allevamento e alle bestie da soma e da tiro. Una caratteristica che ha poi gemmato la cosiddetta Fiera degli Animali, a cui ancora oggi la Pessima dedica un giorno specifico, in omaggio alla tradizione e alla vita bucolica.

La denominazione di Pessima per la fiera manduriana cominciò poi ad attestarsi agli inizi del XIX secolo, quando la manifestazione era esclusivamente dedicata all’agricoltura, all’allevamento e alle bestie da soma e da tiro. Una caratteristica che ha poi gemmato la cosiddetta Fiera degli Animali, a cui ancora oggi la Pessima dedica un giorno specifico, in omaggio alla tradizione e alla vita bucolica.

Le edizioni della fiera manduriana si contano però dal 1742, anno in cui, con un regio decreto storicamente documentato, Carlo III di Borbone ne accorciò di tre giorni la durata, per non sottrarre attrattività alle vicine fiere di Lecce e Ostuni, che si tenevano il 15 marzo. La data di chiusura, il 12 marzo, coincide inoltre con la festa patronale di San Gregorio Magno.
Il re di Napoli, considerato dalla storia un sovrano innovatore, in quegli anni metteva mano anche al cosiddetto Catasto Onciario, cambiava il giorno della fiera di Altamura, istituiva la fiera commerciale di Mineo (vicino Catania) e le fiere salentine di Santa Maria Maddalena a Castiglione d’Otranto (cerealicola) e Tuglie (del bestiame).

Negli ultimi quarant’anni, Pessima è diventata una fiera generalista di rilevanza interregionale, in cui rivestono un ruolo primario i settori dell’agricoltura e del turismo, corrispondenti alle maggiori vocazioni del territorio che la ospita: la terra del Primitivo di Manduria Dop e Docg, del più grande Parco Archeologico monumentale messapico esistente e delle incantevoli Riserve Naturali del Litorale Tarantino Orientale.