In via eccezionale, il prossimo 21 marzo Manduria affiancherà Milano nell’ospitare la marcia della legalità, nell’ambito della manifestazione nazionale che Libera organizza ogni anno in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Lo ha annunciato in anteprima alla Pessima Vincenzo Di Maglie, referente del presidio manduriano dell’associazione presieduta da don Luigi Ciotti, a margine dell’incontro intitolato Manduria verso la legalità. Piccoli passi fatti insieme per recuperare il senso di comunità. In collegamento con il capoluogo lombardo, la comunità messapica testimonierà la propria reazione alla deriva violenta nella quale diversi fatti di cronaca sembrano averla trascinata.
Proprio a partire da questo allarme, nel corso della conferenza diverse anime della città si sono interrogate a voce alta sul concetto di legalità, per il quale il presidio “Emanuele Basile” di Libera lavora già da tempo in città con il Comune e le scuole di Manduria, organizzando incontri, forum e testimonianze. «La legalità è un cammino difficile, complesso», ha ricordato Di Maglie. «Un cammino che può durare un sacco di anni. E se in questi anni non ci si distrae, può essere che nel tempo di una generazione il volto di un territorio possa cambiare. Ne abbiamo un esempio dietro l’angolo: Mesagne nel giro di un paio di decenni ha cambiato la sua realtà, ha fatto i conti con se stessa».
Per la conferenza della Pessima, è tornata a Manduria Maria Grazia Trotti, che ha raccontato la sua toccante esperienza di ex gioielliera vittima di racket da parte della cosca lombarda della ndrangheta calabrese, capeggiata da don Ciccio Valle. Al rifiuto di pagare l’ennesimo pizzo, Fortunato Valle, figlio del capobastone, aveva minacciato ritorsioni sul figlio della commerciante: «Te lo ammazzo come un cane sulla porta del negozio», le aveva detto. Un punto di non ritorno per Trotti, che decise di denunciare i taglieggiatori, facendoli arrestare in flagrante con un’imboscata.
«Si deve avere il coraggio di reagire», ha ammonito Trotti. «Ci sono le forze dell’ordine, ci sono i magistrati e ora anche le associazioni, che quando è successo a me ancora non c’erano. Questo mi ha infatti portato negli anni a costituirne una, perché l’associazione è quella che ti aiuta nel momento del bisogno, nel momento della denuncia. È quella che ti sta vicino e che ti sostiene in un percorso difficile e importante verso la libertà».
Dal momento del riscatto personale, Maria Grazia Trotti ha deciso di portare la sua esperienza nelle scuole, tra cui anche quelle di Manduria. «Dopo un incontro al liceo De Sanctis-Galilei – ha raccontato alla platea – ho ricevuto un messaggio di speranza da quei ragazzi, che voglio leggervi: “La vogliamo ringraziare per averci raccontato la sua esperienza che ci ha toccato molto. Le siamo vicini e le promettiamo che faremo di tutto per far diventare le nostre città un posto migliore”».
Alla conferenza in fiera è intervenuta anche Ilaria De Vanna, psicologa e mediatrice penale in giustizia riparativa. A Manduria è di casa, con diversi progetti nelle scuole, cominciati con il percorso riabilitativo dei ragazzi autori delle angherie al povero Antonio Stano, il disabile psichico manduriano morto nel 2019. «La legalità è una scelta», ha sottolineato De Vanna. «Chi deve fare questa scelta? Ciascuno di noi, senza guardare l’altro. Dobbiamo chiederci non chi è il problema, ma di chi è il problema. Per trovare soluzioni e vie di crescita, occorre convincersi che la risposta giusta non è mai una sola e sempre la stessa. La migliore delle cose che si possono fare e sempre all’interno di un processo e la comunità è piena di processi».
Durante l’incontro al microfono si sono alternati rappresentanti di varie realtà aggregative di Manduria, che si sono espressi sul concetto di legalità, secondo più punti di vista.
Federica Stranieri della Pro loco ha sottolineato il valore della consapevolezza. Grazia Messene dell’associazione Cicatrici ha auspicato la possibilità di incontrasi in spazi condivisi per fare comunità. Dario Daggiano di Confcommercio ha invocato maggiore sicurezza. Domenico Facchini dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani vede la legalità come stile di vita, basato sulla capacità di andare oltre se stessi. Giuseppe De Sario di Legambiente ha sottolineato come, oltre al rispetto delle regole, occorra anche una capacità di giudizio critico sulle regole stesse. Daniela Bentivoglio di Aracne, richiamandosi alla costituzione, ha ricordato che anche la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici del territorio sono importanti atti di legalità. I ragazzi della 3a C della scuola Marugj-Frank hanno reclamato spazi di aggregazione, come cinema e parchi. Per gli alunni dell’IISS Einaudi la legalità comincia dal rispetto del regolamento di istituto e dalla diminuzione dei ritardi e delle note disciplinari a scuola. Alcune ragazze del comprensivo Prudenzano suggeriscono di trasformare in spazi aggregativi gli immobili abbandonati della città. Per la dirigente scolastica del De Sanctis-Galilei, Maria Maddalena Di Maglie, legalità è anche non lasciarsi distrarre dalle fake news e dai fomenti dei social network. Gli educatori dell’oratorio Don Bosco hanno ricordato che le regole servono per far stare tutti bene, come l’arbitro di calcio per una partita: senza di lui regna il caos e aumentano gli scontri.
All’iniziativa di Libera in fiera hanno partecipato anche Gregorio Pecoraro e Fabiana Rossetti, rispettivamente sindaco e assessora alle Politiche sociali di Manduria, i quali hanno chiesto a tutta la cittadinanza di non lasciare sola l’Amministrazione nei percorsi di educazione alla legalità e di riflessione comunitaria intrapresi.