Una levata di scudi unanime a difesa del prodotto italiano, in uno dei suoi momenti storici più delicati. È questo il segnale che giunge forte e chiaro dalla conferenza Vino è cultura. Dalle radici al futuro, tenutasi stasera alla Pessima con l’organizzazione di Coldiretti Puglia e il patrocinio del Comune di Manduria.
L’incontro è stato condotto da Piero Piccioni, direttore regionale dell’organizzazione che in Puglia rappresenta oltre 50mila aziende agricole. La sua introduzione ha subito annunciato i temi della serata: la spinta di certi Paesi europei a introdurre sulle etichette dei vini il monito relativo al pericolo di salute correlato all’alcol, l’avanzamento all’orizzonte del cibo sintetico e la stretta correlazione del consumo enoico con importanti elementi culturali dei territori. «Oggi il bicchiere – ha sottolineato Piccioni – è protagonista della tavola o meglio della convivialità. Non dimentichiamo infatti l’importante servizio che svolge il vino nella funzione sociale della gastronomia, per cui si usa dire che tutte le cose avvengono coi piedi sotto un tavolo».
Prima di entrare nel vivo, alla conferenza hanno fatto gli onori di casa Salvatore Mero, presidente di Coldiretti Manduria, e per il Comune messapico il sindaco, Gregorio Pecoraro, e l’assessore all’Agricoltura, Isidoro Mauro Baldari.
Il primo ha ricordato come proprio il brand Primitivo di Manduria sia identificativo della cultura non solo della città, ma dell’intero territorio in cui si produce. «Un brand – sostiene Mero – che può trasferire valore anche ad altri prodotti tipici, come sta lentamente avvenendo per il pomodorino e il colombino, un pasticcino della tradizione locale».
«Dobbiamo accompagnare il vino con le peculiarità e le ricchezze del territorio», ha esordito il sindaco, che poi ha enumerato le risorse del patrimonio architettonico, archeologico e paesaggistico di Manduria. «Occorre però – ha aggiunto – anche la collaborazione del singolo cittadino, nel tenere puliti l’ambiente e le campagne. La nostra campagna deve essere accogliente, anche nei particolari: per esempio penso al fatto che i filari di vite che danno sulle strade di maggiore percorrenza debbano essere maggiormente curati. Solo insieme si può, da soli non si va da nessuna parte: cittadini, parlamentari, associazioni di categoria, Consorzio di Tutela del Primitivo».
Nel suo intervento Baldari ha invece rivendicato la decisione di aver portato in consiglio comunale una risoluzione contro il cibo sintetico. «Fare agricoltura oggi è realmente un’impresa – ha rimarcato -, tanto che più che a qualsiasi livello del dibattito cambiare e difendere non sono mai cose facili».
Di cultura e culture legate al vino ha parlato poi Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Dop e Docg, il più grande di Puglia. «Per alcune espressioni più elevate – ha detto – ritengo che il vino sia arte. Così come la dieta mediterranea. Dietro a un bicchiere di Primitivo di Manduria c’è una storia immensa, la ricchezza endogena del territorio, il sacrificio dei viticoltori. E dietro una denominazione non c’è mai un proprietario, ma una comunità di vitivinicoltori che lavorano federati per gli stessi obiettivi».
Densa e appassionata è stata la relazione di Domenico Bosco, responsabile nazionale dell’ufficio vitivinicolo Coldiretti, che ha enumerato i dati più recenti relativi alla produzione e ai mercati. «Nel 2022 – ha riferito – il vino italiano ha registrato un fatturato di 14 miliardi di euro, di cui 8 maturati con le esportazioni. Costituendo così la prima voce dell’export agroalimentare italiano, con un incremento rispetto all’anno precedente del 12,5%. Le difficoltà si riscontrano nelle giacenze: oltre 65,5 milioni di ettolitri, il 6% in più dello scorso anno. Tolto il prosecco, le giacenze riguardano soprattutto i rossi e principalmente le regioni Abruzzo, Sicilia e Puglia, quest’ultima con un 8% in più) e Sicilia. Eccedenza soprattutto di rossi. Inoltre, il 2022 è stato caratterizzato dall’incremento dei costi di produzione collegati con gli eventi bellici internazionali. Si tratta di aumenti che condizionano pesantemente i bilanci delle aziende, anche se alcuni tra questi stanno gradualmente rientrando». Non diminuisce invece il costo del vetro delle bottiglie, rispetto al quale Bosco annuncia un ricorso all’antitrust per abuso di posizione dominante dell’oligopolio che lo produce. Così come sono in previsione azioni sulla grande distribuzione, che non intende ritoccare i listini nonostante gli aumenti, mantenendo la posizione ambigua di chi dice di voler difendere il consumatore, gravando però di fatto sui produttori.
In conclusione del suo intervento, Bosco ha indicato i compiti che spettano alle istituzioni locali per rinsaldare e rilanciare il legame culturale tra vino e territorio. «Per prima cosa la Puglia non può fare a meno di gestire gli impianti. La Regione deve inoltre tutelare i vitigni autoctoni, evitando di liberalizzare l’uso di alcuni di essi. Bisogna poi promuovere i territori vitivinicoli, perché l’enoturismo è la via migliore a una redditività aggiuntiva per le aziende e il modo migliore per tutelare il prodotto, attraverso il lavoro degli operatori stessi del turismo. Occorre poi investire nella sostenibilità e, infine, non sottovalutare i galoppanti trend di consumo delle fasce giovanili, che chiedono sempre più vini green e a ridotta gradazione alcolica».
In collegamento da Trieste, alla conferenza è intervenuto anche Donato Pentassuglia, assessore regionale all’Agricoltura. «Voglio garantire – ha sottolineato – che la Regione tutelerà i vitigni autoctoni. Per quanto riguarda la gestione diretta degli impianti, stiamo lavorando a una nuova implementazione di personale: entro giugno avremo nuovo capitale umano per potenziare una struttura dedicata all’OCM vino, sia a livello regionale sia a livello provinciale e utilizzare compiutamente il catasto vitivinicolo, al fine di censire correttamente le produzioni. Sarà importante anche continuare a guardare in maniera seria ai disciplinari e alle rese. Sul fronte della valorizzazione, invece, ricordo che ci siamo dotti di una legge sull’enoturismo e che lavoriamo incessantemente per rilanciare la dieta mediterranea in forma rilevante».
È tornato sul tema della tutela anche Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto. «Noi di Coldiretti – ha ribadito – abbiamo lottato da subito contro le scelte scellerate dell’Europa e di alcuni governi. Negli ultimi tempi, i nostri coltivatori lottano anche contro i danni delle calamità derivate dai cambiamenti climatici. Ma serve il supporto della politica: in questo non esistono sinistra o destra, esistono degli obiettivi da perseguire e le persone elette in questi territori devono fare fronte comune. Così come devono fare i singoli cittadini: dobbiamo imparare e a parlare bene di noi e delle nostre produzioni, a essere orgogliosi della nostra terra».
Alla conferenza sono intervenuti anche Dario Iaia, deputato di Fratelli d’Italia, e, in rappresentanza della Provincia di Taranto, l’esponente di Europa Verde Eliana Baldo. «La linea dei governo sui temi agricoli è netta», ha affermato l’onorevole. «Attualmente – ha ricordato – in Europa stiamo constatando un’idea della difesa dell’ambiente apprezzabile nelle intenzioni, ma che va bene solo se si sposa con una concezione realistica delle cose e che non ci costringa ad adottare regole che pongano problemi ai cittadini e ai produttori. Per questo diciamo no a un approccio ideologico ai temi relativi alla salute e all’ambiente. Siamo contrari a Nutriscore, che attribuisce bollini a sfondo nutrizionistico agli alimenti, perché induce in errore il consumatore. Tant’è che viviamo il paradosso di trovare il semaforo verde sulle patatine fritte e quello rosso su vino e olio. L’Europa deve capire che occorre adeguare le decisioni alle specificità dei Paesi, per cui l’Italia deve poter decidere e difendere ciò che vuole produrre e il cittadino decidere che cosa mangiare, quando e in che maniera, senza subire obblighi dall’Europa».
L’argomento della logistica e delle comunicazioni è stato lo specifico scelto da Baldo per il suo contributo alla conferenza. «Per avere un senso – ha affermato – la cultura portata dal vino e il vino stesso devono essere diffusi. La Provincia sta infatti lavorando per eliminare gli ostacoli delle infrastrutture, che generano ritardi nelle esportazioni. In questo progetto, Manduria è al centro di un rilancio infrastrutturale e può diventare un hub competitivo».