Sì è svolto mercoledì 12 marzo l’ultimo convegno dell’edizione 2025 della Pessima, che ha acceso i riflettori su una delle vertenze più complesse e dibattute d’Italia: l’ex-Ilva. Un tema che va oltre i confini regionali, con ripercussioni ambientali, economiche e sociali di portata nazionale.
A introdurre il dibattito, l’Assessore alle Attività Produttive Isidoro Mauro Baldari, che ha sottolineato il successo dell’edizione appena conclusa della Fiera e l’importanza di affrontare argomenti di grande impatto come questo.
A moderare l’incontro, Loredana Ingrosso, che ha evidenziato come la crisi Ilva non sia solo una questione di industria, ma un problema che coinvolge lavoratori, famiglie e interi territori.
Lavoro, salute e ambiente: un equilibrio difficile
A prendere la parola per primo è stato Biagio Prisciano, Segretario Generale Fim-Cisl Taranto/Brindisi, che ha definito la vertenza “emblematica”, una battaglia che dura da oltre 13 anni. La CISL, ha ribadito, continua a lottare affinché ogni soluzione tenga insieme salute, ambiente e lavoro, senza compromessi.
Dello stesso parere Luigi Spinzi, Segretario Generale UST CISL Taranto/Brindisi, che ha posto l’accento sulla condizione di estrema precarietà dei lavoratori, spesso inquadrati con contratti non adeguati alla reale mole di lavoro. “La ricerca del risparmio da parte dell’azienda non può andare a scapito dei diritti dei lavoratori”, ha dichiarato, evidenziando anche la disinformazione che spesso circonda la vertenza.
Tecnologia e lavoratori: un divario da colmare
Dal pubblico è intervenuto Massimiliano Picchierri, portando alla luce una problematica meno discussa: l’evoluzione tecnologica sta lasciando indietro molti lavoratori, che faticano ad adattarsi alle nuove modalità di gestione e preferiscono il contatto diretto con i delegati sindacali. Un aspetto che evidenzia la necessità di formazione, ascolto e supporto costante.
D’Alò: “Ilva è l’ostaggio della politica”
A chiudere il dibattito, le parole forti di Valerio D’Alò, Segretario Nazionale Fim-Cisl, che ha denunciato come Ilva sia diventata un “ostaggio della politica”, con i partiti che hanno consumato il consenso sulle spalle dei lavoratori. “Abbiamo lasciato correre per troppo tempo”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di una maggiore incisività nelle trattative, senza perdere la pazienza, ma senza più attendere passivamente.
Il futuro dell’ex-Ilva resta ancora incerto, ma una cosa è chiara: la battaglia per i diritti dei lavoratori non si fermerà.